“D’ORA IN AVANTI SOLO DIVENTARE NATURA CI SALVERÀ’.”

– Italo Rota

“VELAT NEVER IS THE CENTER” ha intrecciato i mondi degli artisti Giorgio Bartocci e Attilio A. Terragni in un viaggio tra astrazione e geometria, dove il movimento e il cambiamento hanno fatto da protagonisti.

Le loro opere esplorano l’assenza di un centro fisso, invitando la riflessione sul pensiero astratto, inteso come esperienza fisica e fenomenologica.
L’arte diventa una mappa di segni che si trasformano, intrecciando gli elementi della Natura in un dialogo aperto e in continua evoluzione.
In questo spazio in continuo divenire, ogni opera racconta una storia di connessioni invisibili, sfidando la staticità e la dimensione del possibile.

Giorgio Bartocci indaga il rapporto tra uomo e ambiente urbano, utilizzando un linguaggio che combina astrazione e figurazione per raccontare la modernità liquida e il cambiamento sociale. In mostra ha presentato per la prima volta il progetto #BODYMURALISM 2025 in collaborazione con la fashion designer Unix, mettendo in connessione la fisionomia di corpi customizzati con elementi plastici, strappi di tessuti e residui d’arte costruiti attraverso un rifrangente spirito ludico. 

Attilio A. Terragni riflette sulla geometria e la memoria, interrogandosi sull’armonia dell’universo e sull’assenza di un centro fisso. Le sue opere si muovono tra forme oltre-euclidee e una profonda indagine sull’esistenza, evocando tensioni
e connessioni che trascendono la materialità dell’opera stessa.

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“VELAT NEVER IS THE CENTER” wove together the worlds of artists Giorgio Bartocci and Attilio A. Terragni in a journey between abstraction and geometry, where movement and change took center stage.

Their works explore the absence of a fixed center, inviting reflection on abstract thought, understood as a physical and phenomenological experience.
Art becomes a map of transforming signs, intertwining elements of nature in an open and continuously evolving dialogue. In this ever-changing space, each artwork tells a story of invisible connections, challenging staticity and the realm of the possible.

Giorgio Bartocci explores the relationship between humans and the urban environment, using a language that combines abstraction and figuration to tell the story of liquid modernity and social change. In the exhibition, he presented for the first time the project #BODYMURALISM 2025 in collaboration with fashion designer Unix, connecting the anatomy of customized bodies with plastic elements, fabric tears, and art remnants, all constructed through a playful and refracted spirit.

Attilio A. Terragni reflects on geometry and memory, questioning the harmony of the universe and the absence of a fixed center. His works move between non-Euclidean forms and a deep investigation of existence, evoking tensions and connections that transcend the materiality of the work itself.